”Gli italiani hanno solo due cose per la testa:
Catherine Denevue
l’altra sono gli spaghetti.
A picco sulla Valle dei Mulini di Gragnano nasce un piccolo pastificio artigianale. Nel luogo dove, all’inizio dell’800, la sorgente Forma alimentava 28 Mulini e i loro 28 Pastifici. Una sinergia di elementi che ha ispirato il nostro nome: 28 Pastai, che con i loro volti, i loro nomi e le loro storie, vi racconteranno la storia di questo pastificio.
Storia del pastificio
Se le storie dei 28 Pastai arrivano da un universo antico, a metà tra leggende e memoria, la storia del nostro pastificio comincia in quello che nel 1934 era il Molino e Pastificio Emidio Di Nola, a picco sulla Valle dei Mulini.
Tre generazioni
Emidio rappresenta la terza generazione di artigiani pastai. Suo nonno, Antonio, impastava i maccheroni a mano e così suo figlio Raffaele, che decise di aprire il primo pastificio “Di Nola”, di generazione in generazioni. Fino ad Emidio, che nel 1890 si mette in proprio e nel 1934 acquista l’opificio, all’epoca già Pastificio Parlato.
Il profumo della pasta
La vecchia insegna svetta ancora in cima all’edificio, facendo riaffiorare i ricordi di un bambino che deve il suo nome proprio ad Emidio Di Nola, figlio di un dipendente di quello stesso pastificio che scelse quel nome come gesto di riconoscenza. Un bambino che respirava il profumo della pasta, che correva tra i filari e soffiava bolle di sapone usando gli zitoni come cannucce, mentre sognava di creare “la pasta più buona del mondo”. Un sogno che, dopo 50 anni, è diventato una realtà proprio nei luoghi della sua infanzia. Dopo anni alla ricerca di quella qualità, di quel profumo, di quel colore giallo paglierino che non ha mai dimenticato.